VAIONE: UN VECCHIO PLASTICO
AMBIENTAZIONE
Il plastico è ambientato in centro Italia, in una località collinare. È su una linea a doppio binario da un lato, e due a semplice binario dall'altro: una di esse non elettrificata. L'epoca è quella dei primissimi anni '70, con qualche sporadica trazione a vapore. Vi è attestata anche una concessa, tale S.F.I.C. che usa la linea FS non elettrificata fino ad un bivio dopo la galleria.
Il plastico è ad una sola stazione, e la parte in vista è solo quella. Il binario si richiude con un anello non visibile che contiene anche una stazione nascosta con alcuni binari di sosta. L'alimentazione è analogica, anche perché, in quel tempo, il digitale era ancora in esperimento. Il tutto era comandato da un circuito elettronico programmabile attraverso dip-switch.
PERCHÈ LO FECI
Non era il primo che ho costruito, ma fu il primo modulare. Italmodel Ferrovie e le riviste americane, in quei giorni, erano gli unici mezzi per conoscere i vari metodi di costruzione, e le tecniche migliori per ottenere risultati eccellenti. Mi facevano impazzire le foto su "Model Railroader" e volevo ad ogni costo riuscire ad imitare i modellisti più blasonati, ovviamente nel mio piccolo.
Fu così che m'imbarcai nell'avventura, tre moduli di una stazione medio-piccola con tre binari più un tronchino per il piazzale ovest. Dalla parte opposta lo scalo, una rimessa ed un raccordo merci. Il materiale d'armamento lo comprai a Rovigo, in un negozio che si chiamava "Modeltecnica" gestito da Enrico Milan, il fondatore di "Italmodel Ferrovie".
ROTABILI
Nei primi tempi in cui iniziai la costruzione ciò che d'italiano era disponibile erano solo i Rivarossi 1:80 e Lima. Poi iniziarono ad essere prodotti modelli anche da altre case, ad esempio il E 626 di Roco, in perfetta scala 1:87. In seguito anche Rivarossi si adeguò. Nel 1985 Rivarossi produsse la E 633, che non era ancora 1:87 canonico, ma era comunque un ottimo modello. Da allora iniziarono ad essere prodotti modelli sempre più interessanti, fino a proporre un parco di tutto rispetto.
LA PALIFICAZIONE
Quella visibile in foto era montata solo provvisoriamente, per poter posizionare in modo corretto le sospensioni sulle mensole. In questo mi ha aiutato molto l'esperienza di ferroviere T. E. In seguito, quando tutto sarebbe stato perfetto, ad uno ad uno, si sarebbero smontati per essere verniciati. Gl'isolatori erano Sommerfeldt.
IL PONTE
La sua funzione principale era quella di occultare lo scambio inglese sotto di esso. Il motivo di ciò consisteva nel fatto che gli inglesi hanno sopra di essi una linea aerea tutta particolare. I fili sono posizionati in modo da formare una "losanga" così da permettere ai pantografi di scorrere con sicurezza. Ma tale losanga mi venne così ben fatta che decisi di toglierlo e lasciare così tutto in vista.
IL PRIMO COSTRUITO
Il piano di base era in multistrato di 10 mm. Il marciapiede fra secondo e terzo binario era il classico Rivarossi, così come anche il serbatoio dell'acqua. Il tetto del fabbricato merci era fatto con il sistema cosiddetto del "certosino", ossia: tante tegole in cartoncino ritagliate una ad una, ed incollate sul tetto.
LA VEGETAZIONE
Il tutto era commerciale. Quella bassa era di Woodland Scenics. Gli alberi erano anch'essi commerciali, pochi e di varie altezze. Le siepi erano ritagliate da spugnette abrasive da cucina.
IL FABBRICATO VIAGGIATORI.
Il tetto era in lastrine commerciali, tutti gl'infissi erano costruiti ritagliando e colorando cartoncino Bristol, che poi veniva incollato su plastica trasparente a simulare il vetro.
La vedetta del personale di stazione era ricavata dalla solita scatola in plastica delle diapositive, tagliata e forata secondo necessità.
Gli spazi interni erano solo accennati, più curato era l'ambiente dirigenti movimento, che appariva dalle finestre della vedetta. In esso era riprodotto il banco di manovra, anche se non si vedeva gran che. L'illuminazione era costruita a mano con lampadine ad incandescenza da 12 V, e lampioni in tubetto di rame da 1 mm. Il fanale era una rondella con il bulbo della microlampada passante e saldato a stagno. Il nome della stazione che originariamente era Rivoli, cambiò in Vaione.
LA RADICE SINISTRA
In corso d'opera è cambiata la disposizione dei binari, e quella in foto è la definitiva. Una linea a doppio binario verso la stazione nascosta, un raccordo verso un consorzio alimentare, un tronchino per la rimessa ed i tre binari di stazione. In questo caso tutto materiale Peco cod 100. Il comando era con i classici PL10.